
Di cosa non scrivere

Di cosa scrivere quando non si ha voglia di farlo?
Ci si appoggia a quello che si vede.
Un letto, una bottiglia d’acqua, un cappello di lana, due smartphone e una mappa.
Questo, ora, è tutto quello che ho davanti agli occhi, mentre mille idee mi sfiorano la mente senza che una di esse abbia però la forza di prendere il controllo della situazione aiutandomi a scrivere qualcosa di decente.
Sulla mappa sono segnati i luoghi più rilevanti di Firenze, i soliti, dove perdere tempo in una folla poco intenta a comprendere dove si trova ma molto attiva nel far vedere dove si trova.
Il cappello di lana mi ricorda che è vero che la primavera è arrivata, ma non è ancora il momento di alleggerirsi, anzi, bisogna fare attenzione, i fiori stanno per sbocciare ma un vento di lame è pronto a colpirci mentre osserviamo i rami che si tingono di accenni di pastello.
Un letto in cui non ti puoi stendere dopo le 10. Un letto che devi abbandonare anche se sei stanco perché è finito il tempo del riposo che hai pagato. Il tempo ha un alto valore, il riposo è prezioso, il letto ancora di più.
Due smartphone per vivere l’illusione di scindere il lavoro da tutto il resto.
La bottiglia d’acqua, la spada dell’astemio. La difesa a questo mondo che ci vuole brilli per evitare di vedere quanto siamo diventati stronzi a forza di riempirci gli occhi di orrori e le orecchie di urla di dolore.
A tutto ci si abitua. Il nuovo credo da seguire gettando al cesso la nostra umanità.
Invece l’acqua, bastante, ti permette di guardare il tuo riflesso per prendere atto del poco che fai, del poco che sei.